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Oggi è quasi fin troppo facile intendere quanto il “personale sia istituzionale”, e questo seppure anni e anni di battaglie “di genere” per vedere riconosciuti i diritti delle comunità gay e lesbiche, o queer e genderless, siano ancora ben lungi da essere giunte a compimento.
Ecco quindi che l’attualità di un’artista come Claude Cahun, nome d’arte di Lucy Renée Mathilde Schwob (1894 – 1954), protagonista della mostra alla Kunsthal di Rotterdam, risulta ancor più stupefacente ai giorni nostri, considerando che si tratta di un’artista nata sul finire dell’ottocento, la cui opera ha attraversato la prima metà del secolo scorso, così densamente segnata dagli stravolgimenti delle due grandi guerre.
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