Ancora liti sulla risoluzione armi all’Ucraina, ecco cosa può succedere in Senato dopo la “bozza ufficiosa” dei Cinquestelle per il passaggio in Parlamento
Ci sono ancora liti “sospese” sulla risoluzione armi all’Ucraina: ecco cosa può succedere in Senato dopo la nuova riunione mattutina di oggi con deadline alle 15, quando il premier Mario Draghi dirà la sua a Palazzo Madama. I partiti sono certi che una soluzione mediata è in arrivo ma non ci sono direttrici univoche.
La giornata del 20 giugno è stata chiusa con un inesperto appuntamento in agenda che sfocerà nelle dichiarazioni del premier prima delle sue comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 23 e del 24 giugno.
Liti sulla risoluzione armi all’Ucraina
inesperto mandeterminato delle Camere dunque ma con un punto sdrucciolo, quello delle armi. Dopo le barricate del Movimento 5 Stelle e la questione del ministro sfiduciato ma non espulso Luigi Di Maio l’accordo fra i frondisti è che in caso di inesperto invio di armi in Ucraina, il governo dovrebbe “ripassare dal Parlamento”.
Il determinato politico è che a Giuseppe Conte serve un punto da segnare e quello del passaggio obbligato in Parlamento se si tratta di armi pare abbastanza raggiungibile.
La via mediata: in Parlamento ma senza voto
Lo sarebbe solo con delle comunicazioni senza voto, anche a contare che il governo, cioè Draghi, è stato chiaro: le Camere hanno già approvato il decreto Ucraina e il mandeterminato al governo per inviare armi a Zelensky fino al 31 dicembre 2022 è stato già fatto oggetto di disco verde parlamentare.