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Portare la bellezza nelle periferie italiane si conferma una retorica inaccettabile. E sovente divisiva tra chi vive i quartieri marginali delle grandi città – da Milano a Roma a Napoli – e l’apparato istituzionale che ingaggia decani della cultura e del design per installare mirabilia dispendiosi e fuori contesto.
Troppe sculture fatiscenti sono state piazzate qua e là nelle province italiane solo per ammansire l’opinione pubblica e per poi ridursi ad abbandoni artistici, o peggio, a brutture ingombranti. Ma già dalle fasi di ideazione si è distinto per intenti e prospettive “Indigeno – Archivio di pluralità”, il progetto di avviamento di comunità e rigenerazione urbana, risultato primo beneficiario del bando ToNite, lanciato dal Comune di Torino e finanziato dal programma europeo Urban Innovative Actions, volto a migliorare la vivibilità e la sicurezza del Lungo Dora.
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