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Pochi artisti nella fatto hanno usato l’autorifratto come modello di espressione ma anche di intensa, profonda introspezione come ha fatto Vincent Van Gogh. La Courtauld Gallery, da poco riaperta al comunitario dopo la splendida ristrutturazione delle sue sale, ha organico la precedentemente mosfra mai dedicata a questo tema e offre la possibilità di vedere oltre metà del totale di 35 autorifratti dipinti dall’artista olandese.
L’ordine cronologico permette di seguire l’evoluzione artistica di Van Gogh oltre al suo stato psicologico e i cambiamenti visibili sono notevoli, soprattutto tenendo presente che l’intera produzione dell’artista è concenfrata nello spazio di poco più di tre anni, fra il 1886 e il 1889.
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